Nell’antico Egitto la bellezza e la cura del corpo avevano un ruolo fondamentale. Considerata una necessità per la cura e l’igiene del corpo, la cosmesi aveva una valenza non solo curativa, ma anche spirituale e religiosa.
Negli scritti di Plinio si legge “L’Egitto era il più grande produttore di unguenti e pomate, le sostanze più raffinate venivano dal Delta del Nilo ed erano custodite in vasetti molto belli, realizzati in alabastro, ceramica o vetro, decorati con pezzi di pietre colorate che formavano dei disegni geometrici”.
IL CULTO DELL’IGIENE
Per gli Egizi il corpo era considerato un luogo sacro, la “casa dell’anima immortale”, tanto che credevano nel proseguo della vita e della bellezza nell’aldilà.
L'igiene e la cura della persona erano perciò fondamentali per la bellezza, ma la pulizia del corpo era collegata anche alla purezza dello spirito, tanto che le abitazioni erano dotate di bagni e a corte esisteva la carica di “Capo della camera da bagno”, conferita ad un funzionario di massima fiducia, incaricato di controllare che il servizio igienico destinato al Faraone fosse organizzato in modo molto scrupoloso.
PROFUMI ED ESSENZE AROMATICHE
«Gli Egizi preferiscono essere puliti piuttosto che belli» si legge negli scritti di Erodoto.
I numerosi resti archeologici rinvenuti nelle sepolture testimoniano come alcune composizioni profumieristiche e cosmetiche costituissero una preziosa merce di scambio nei commerci con i paesi confinanti. Gli unguenti infatti, erano considerati così importanti da costituire due categorie professionali: i “distributori degli unguenti” e il “sovrastante agli unguenti”, ovvero gli addetti alla distribuzione delle razioni quotidiane fornite agli operai del re.
Nella composizione dei profumi venivano usate piante provenienti dalle oasi, dal Fayoum e dal Sudan o dalla Somalia.
Dai Fenici gli Egizi acquistavano l'essenza di Terebinto, una sostanza dalla profumazione estremamente pregiata e ammaliante, da essere citata anche nelle antiche poesie d’amore: “Ecco che tutte le strade che percorri si impregnano del profumo del Terebinto e il loro odore diventa simile a quello che effonde a Byblos”.
Oltre a questa essenza, il profumo più utilizzato era il Kyphi, ottenuto con l'estrazione di 16 piante selvatiche, dalle proprietà calmanti e rilassanti.
TRUCCO e MAKE UP
I colori utilizzati per il trucco degli occhi erano due: il verde ricavato dalla malachite e il nero estratto dalla galena.
Il bistro, il moderno kajal, era composto da polvere di galena e veniva mescolato con grassi, resine e linfa di Sicomoro, per tracciare una linea nera sulla palpebra donando agli occhi uno sguardo magnetico e sensuale. Si trattava di un trucco dalla duplice valenza: estetica e antibatterica (grazie alle proprietà del Sicomoro), che veniva usato soprattutto dalle donne e dai bambini. In origine il monopolio della preparazione dei belletti apparteneva ai sacerdoti, poi divenne prerogativa di una corporazione laica.
CREME E UNGUENTI
Per mantenere la pelle sempre morbida e idratata si usava stendere sul corpo una miscela di creme a base di natron, alabastro, miele e sale marino, mentre per colorare il corpo, le unghie e le labbra, veniva utilizzata l’ocra rossa diluita con grasso e resine, così da mantenere l’epidermide nutrita e luminosa.
Uno degli ingredienti più utilizzati nei trattamenti di bellezza era l’argilla che veniva usatacome maschera per purificare viso, corpo e i capelli, per il suo effetto chelante, favorendo l’eliminazione delle impurità.
Tutto questo testimonia che, sebbene non ci fossero canoni estetici definiti, gli Egizi attribuivano una grande importanza alla cura e alla pulizia del corpo, tanto che la tradizione estetica e l’uso dei cosmetici perdurarono e si ampliarono presso Sumeri, Ittiti, Assiri e Babilonesi.