Ritrovare l’equilibrio psico-fisico, rielaborare le emozioni più profonde e recuperare la concentrazione. La musica è una delle terapie olistiche più efficaci.
La musica è magia, è un universo di suoni, poesia, sogni e illusioni che, oltre ad accompagnare la vita sottolineando momenti e colorando le emozioni, ha un potere terapeutico. Quando si ascolta una melodia, l’organismo rilascia automaticamente gli ormoni responsabili della sensazione di benessere. La musica è un linguaggio universale; le singole vibrazioni emesse dai suoni colpiscono il sistema limbico, una delle aree del cervello implicate in funzioni come emotività, comportamento e memoria.
Sia con melodie estremamente delicate o, al contrario, più ritmate, il corpo rilascia endorfine, dopamina e serotonina. Qualsiasi composizione può funzionare: dalla musica classica al rock. Dipende dagli effetti che si vogliono ottenere e dalla predisposizione dei singoli individui. La playlist non si decide sempre a priori: si stila insieme agli obiettivi e alla sensibilità della persona che si sottopone al trattamento.
Quali sono i problemi che si possono “curare” con le note? Le tematiche affrontate più frequentemente sono ansia, tensioni, disturbi dell’umore e della concentrazione. Entrando nel dettaglio, le musiche che aiutano il rilassamento hanno tempi ripetitivi, una struttura sonora senza interruzioni e una melodia molto semplice, come i suoni che si trovano in natura: lo scorrere dell’acqua, il fruscio del vento tra le foglie degli alberi o il canto degli uccellini.
La loro continuità irrompe il flusso dei pensieri e si viene assorbiti dal suono, come se ne facessimo parte. Le frequenze più alte risuonano nella parte superiore del corpo, mentre quelle più basse nella zona lombare e nel ventre.
Diverse sono anche le applicazioni a seconda dei generi. Musica classica e sinfonica, composizioni complesse e talvolta tragiche, favoriscono il processo di rielaborazione delle emozioni: ansia, rabbia e angoscia, ma anche gioia, entusiasmo, eccitazione.
Si dice invece che il jazz attivi soprattutto l’emisfero cerebrale destro, favorendo la creatività; la musica tribale, e in generale i suoni di percussioni e tamburi, accrescono l’energia e risvegliano istinti e desideri, la parte più autentica e primordiale.
L'esperienza musicale perciò può influenzare molteplici ambiti, come le funzioni cognitive, le capacità motorie, lo sviluppo emozionale, le abilità sociali e anche la qualità della vita.